Lastoni del Formin m.2657 19 Guigno 2022

Dal passo Giau (m.2240) seguiamo il sentiero Cai n.436 dell’altavia n.1 delle Dolomiti che parte accanto alla caratteristica Cappellina del passo. Percorriamo facilmente il sentiero su pendii erbosi per giungere con poco sforzo il valico di Col Piombin (m.2240), tra la poco significativa cima del Piombin stesso e l’articolato monte Cernera. Lo sguardo è già sensazionale. Inquadrate tra le balze dei due monti su di un versante ammiriamo maestosa e lontana la Marmolada, sull’altro l’imponente e arcigna parete  dei Lastoi. Scendiamo nello scuro e freddo vallone nord del Cernera, con qualche passo tra roccette non difficili, oltre la depressione ci aspettano i 200 metri di ripida salita da affrontare con calma, per guadagnare forcella Giau (m.2360) Ci aspetta una lunga, leggera, discesa alla volta di forcella Ambrizzola, tra labirinti di enormi massi ai piedi della muraglia rocciosa dei Lastoni, dolci e amene visioni sui prati di Mondeval con sfondo gli inconfondibili profili del Pelmo e della Civetta.Giunti al fondo del vallone che scende dalla forcella Rossa, inizia una nuova salita e, prima di giungere alla più nota forcella Ambrizzola, saliamo verso sinistra per tracce di ripido sentiero ed infine zigzagando con fatica nel ghiaione giungiamo alla forcella Rossa dei Lastoni (m.2462). Lo scenario cambia nuovamente e completamente. Siamo già in un lunare altopiano roccioso, sotto le pareti ovest della Croda da Lago, tuttavia ci attrae quella desolazione di rocce e piani obliqui tra i quali s’individua appena la cima del Formin, nostra meta.In condizioni di visibilità ottima l’orientamento è facile e il percorso non obbligato, tuttavia conviene seguire la sequenza di ometti di pietre.In caso di nebbia è più saggio desistere. L’enorme e vasta piattaforma rocciosa sarebbe indecifrabile, le tracce di sentiero evanescenti, tutt’attorno tre quarti del perimetro s’inabissa in verticali pareti rocciose ed anche la parte più interna riserva ‘trappole’ e crepacci rocciosi. A metà della salita si attraversano due fasce di rocce particolari, sabbie arenarie, che si disgregano in massi molto simili a statue di un artista moderno. Molte di esse sono state radrizzate in maniera monumentale. Ormai siamo verso la cima e la salita si fa più ripida e ci costringe a zigzagare tra facili gradinate rocciose. Ed eccoci sulla cima del Formin e, a quasi 2700 metri di altezza, lo sguardo spazia a 360 gradi senza ostacoli e senza confini. Per il ritorno seguiamo all’incontrario i sentieri già percorsi all’andata,

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About the author: Bruno